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Sarà presentato sabato 12 luglio alle ore 11, con una visita alla canonica di Pisnengo e un rinfresco finale curato dall’associazione Al me’ pais, il volume “Dalle finestre di questa casa. Vassalli a Pisnengo negli anni della Chimera”, pubblicazione che ricorda i dieci anni dalla scomparsa dello scrittore Sebastiano Vassalli (1941–2015).

Il libro, curato da Sergio Negri con la presentazione del sindaco di Casalvolone Ezio Piantanida, è frutto di un progetto ideato da Claudio Balzaretti e realizzato in collaborazione con Paola Todeschino Vassalli, vedova dello scrittore. Attraverso fotografie inedite, lettere private e materiali d’archivio, il volume ripercorre gli anni compresi tra il 1982 e il 1993, quando Vassalli visse e lavorò nella canonica della chiesa di Santa Maria Assunta a Pisnengo, piccola frazione della Bassa Novarese.

In quel decennio lo scrittore compose alcune delle sue opere più note, tra cui La notte della cometa, Marco e Mattio e soprattutto La chimera, il suo romanzo più tradotto, vincitore del Premio Strega nel 1990 e ambientato nel Seicento tra le campagne novaresi.

«Abbiamo fortemente voluto che restasse una testimonianza del periodo trascorso da Vassalli nella nostra comunità», scrive il sindaco Piantanida. «Furono anni determinanti per la sua carriera letteraria e il nostro intento è che parole e immagini raccolte in questo libro diventino un segno duraturo di quel legame».

Nel corso della preparazione del volume, la vedova Paola Todeschino ha condiviso un dettaglio significativo: in una lettera, Vassalli aveva espresso il desiderio che sulla sua lapide fosse inciso “Sebastiano Vassalli, pisnenghese”, a sottolineare il profondo legame con quei luoghi.

Il titolo del volume riprende l’incipit di La chimera – “Dalle finestre di questa casa si vedono le montagne...” – e raccoglie anche un testo inedito dell’autore dedicato alla paniscia e al salame dla duja, unendo riflessioni letterarie e spunti di storia locale in un omaggio autentico alla terra che ispirò una parte fondamentale della sua produzione narrativa.

Pisnengo, piccolo centro rurale, arriva così prima del capoluogo a commemorare uno dei maggiori narratori italiani del secondo Novecento, restituendo al pubblico un ritratto intimo e significativo di un autore che proprio in quelle campagne trovò ispirazione per raccontare l’anima profonda del territorio.









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