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Una domanda innocente, posta in una classe di terza media durante una lezione di educazione sessuale, ha squarciato un velo di silenzio e terrore. "Cosa succede a un padre se la figlia minore denuncia un abuso?". Questa la frase che una giovane studentessa ha pronunciato tra le lacrime, sconvolgendo compagni e professori a Novara. Quel grido d’aiuto, raccolto dall’insegnante di sostegno, ha rivelato una realtà agghiacciante: il padre sessantenne, di origini pakistane, abusava di lei.

La scuola ha subito allertato la polizia, portando all’allontanamento della minore in una comunità protetta e all’accusa di violenza sessuale su minore, aggravata dall’abuso di autorità, per l’uomo. Quest’ultimo, ignaro della gravità delle sue azioni, ha persino chiesto del ritorno a casa della figlia.

Le molestie, iniziate quando la bambina frequentava ancora le elementari, erano state subite in silenzio. Baci, abbracci e palpeggiamenti si erano ripetuti nel tempo, ma solo le lezioni scolastiche sull’educazione sessuale e gli abusi hanno permesso alla ragazzina di comprendere la natura malata di quelle attenzioni. Il coraggio di quella domanda ha aperto le porte alla verità, portando la vicenda in tribunale dopo vari intoppi procedurali. L’insegnante, testimone chiave, ha raccontato in aula il momento della confessione della studentessa: un fiume in piena di dolore e turbamento, finalmente libero di esprimersi. Oggi la ragazza, maggiorenne, potrebbe essere ascoltata in una delle prossime udienze, portando la sua voce in un percorso di giustizia e rinascita.

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